lunedì 23 agosto 2010

Un festival ti...cinese

Vabè, sono quasi fuori tempo massimo. Ma sottoporsi a un'intera edizione del festival del Film di Locarno può dare effetti collaterali, e dunque per metabolizzare il tutto ci vuole qualche giorno. Se poi l'edizione in questione sarà ricordata negli annali come "quella aperta dal film porno-splatter (più splatter che porno, in realtà) sugli omo-zombie", ci vuole pure qualche giorno in più.
Locarno, dicevamo. I pardi giallo-neri dappertutto, la gente che arriva un po' da ogni dove, la meravigliosa sensazione di uscire da un cinema e sapere di essere in mezzo a degli spettatori civili (tanto per dirne una: per terra non c'è traccia di popcorn o altro)... Dal "più grande evento culturale svizzero" (così lo chiamano i ticinesi) si esce effettivamente con un ritratto perfetto di quella che è la Confederazione: organizzazione ottima, prezzi carissimi, aplomb tutto rossocrociato, molto manageriale insomma. Un savoir faire un po' freddino ma cortese che non è riuscito ad essere scalfito del tutto nemmeno dal direttore degli scandali, il parigino Olivier Père. Colui che ha saputo alimentare e movimentare sia le cronache giornalistiche diurne che i gossip cittadini notturni (sarà possibile beccarsi una denuncia per diffamazione anche su un blog semi-anonimo? Io nel dubbio sto zitta). Sta di fatto che: 1) i film belli c'erano, peccato solo che l'attenzione non sia andata proprio su quelli, catalizzata invece da 2) Le pellicole controverse: piazzate ad arte un po' ovunque, tra tanto sesso un po' gratuito, zombie in tutte le salse, incesti, clonazioni e perfino clonazioni incestuose. Polemica assicurata, fiumi d'inchiostro e un po' di pruderie. Per finire, comunque, le giurie hanno preferito premiare i film più delicati, consacrando con il pardo d'oro il cinese "Han Jia", che non era certo tra i favoriti, è stato apprezzato ma non acclamato, e che - soprattutto - ha la caratteristica di essere un film sull'educazione premiato in un festival che di educativo non voleva davvero avere nulla. Panta rei, nulla si crea e nulla si distrugge: in un posto come il Ticino evidentemente gli opposti si attraggono e riescono a convivere beatamente. A costo di un po' di bagarre, è ovvio... ma in fondo era sempre Eraclito ad insegnare che "dai discordi bellissima armonia e tutto avviene secondo contesa".

non la dico - non la dico.... l'ho detta: il film vincitore, guarda caso, è stato prodotto da un cinese che da anni risiede proprio in Ticino. Un ti/cinese, insomma.