mercoledì 9 dicembre 2009

Svizzeri si nasce o si diventa?

C'è un principio che realmente rende tutti gli uomini, di qualsiasi nazionalità essi siano, vicini ed uguali. Lo stesso che unisce specularmente in un'identica condizione di rassegnazione le donne di tutto il mondo (non fate mai l'errore di dire "no, mio marito non è così"). E' la legge dell'uomo e della tecnologia. E pressapoco recita così: qualsiasi oggetto nuovo - per quanto strampalato - esca sul mercato, l'uomo ne sarà irrimediabilmente attratto. Così ecco il coniuge rossocrociato aggirarsi per casa costantemente affiancato da *noto smartphone con mela bacata sul retro. Con annesse applicazioni. L'altro giorno, allora, mi sono cimentata nel seguente test: Qual è il tuo quoziente di svizzeritudine? Il risultato è stato un inaspettato 97%. Cosa che, non lo nego, mi ha messa in allarme: possibile che le mie radici si siano già cibate così tanto di rösti e gruvière? Mi sono messa a riflettere. Tanto più che, non molto tempo fa, qualcuno mi aveva detto: 'Ah ma dai, tu sei la parte italiana della coppia. Avrei scommesso che tu fossi svizzera e lui italiano'. Insomma, in barba a tutti i miei buoni propositi la patria di Heidi mi sta già contagiando. Ma quand'è che uno, davvero, si può dire svizzero? In fondo la Svizzera stessa è composta per la maggior parte da non-svizzeri. E non parlo solamente delle seconde, terze, quarte generazioni di immigrati. Proprio l'idea stessa di Confederazione, in fondo, non è che un agglomerato di piccoli popoli montanari differenti, che spesso, ancora oggi, non vogliono nemmeno avere nulla a che fare uno con l'altro. E allora? Il problema dev'essere sentito, tanto che poco più di un annetto fa il Museo d'arte di Lugano organizzò una grande esposizione dedicata proprio alla svizzeritudine. Si chiamava 'Enigma Helvetia', fu un successone e riuniva tutti i prodotti culturali della moderna Svizzera. Non solo arte - pochina, a dir la verità - ma anche maschere carnevalizie, orologi swatch e borse Freitag (non ho ben capito se in Italia siano riuscite a sfondare ma qui impazzano da anni. Nonostante siano fatte di teloni di camion, copertoni di biciclette ecc.). Come a dire: essere svizzero sembra facile, invece è un'arte da imparare, e da studiare. E allora, per il momento, posso ritenermi salva. Svizzeri si può diventare; ma nonostante l'apparenza ci vuole tempo. E - ma ne parleremo a tempo debito - lo svizzero è molto pignolo al riguardo. Tanto che, per ottenere la cittadinanza, non basta lasciar passare qualche anno. No: ci vuole addirittura un esame.

3 commenti:

  1. Rachele!!!
    Bella idea il blog! Bello il blog!

    Esame? Per essere svizzero? Con dei libri da studiare, un tempo limite per rispondere a domande aperte chiuse e compagni da cui copiare? :)

    Saluti da oltre confine!!

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  2. Esame, Paolino, esame vero.... vedrai vedrai!

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  3. Stüdia stüdia!!

    Minimo ci vuole un esame... non diamo mica la croce a cani e porci! Bisogna meritarsela. Poi per te, un esame in più o uno in meno, studentella...

    Tra l'altro, hai visto che bravo? Ho fatto anche un nuovo mail per poter romperti ad ogni tua bloggata...

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