lunedì 17 maggio 2010

Svizzeri... come me!


Sarà la Svizzera che porta bene? Sarà l'aria salubre delle montagne verdi (bisognerebbe poi chiederlo a Marcella Bella, se pensava anche lei alla Svizzera)? Sarà la combinazione esplosiva di polenta il 1° agosto, fondue a capodanno e rösti per gli altri 363 giorni? Chi lo sa... Fatto sta che, curiosando qua e là nel web, ho scoperto che alcune tra le più grandi intuizioni della storia recente sono balzate nella mente di pensatori/filosofi/scrittori non-svizzeri proprio in territorio rossocrociato. Come se fossero sempre state lì, nascoste da qualche parte, e la visione delle caprette e della neve le avesse tutt'a un tratto liberate.
Per dire, di fronte a un masso dell'Engadina, Nietzsche ebbe l'intuizione dell'eterno ritorno (gli svizzeri ci hanno messo una panchina e una targa, tanto per ricordare l'evento. Ha un testo molto fantasioso: "Qui Nietzsche ebbe l'intuizione dell'eterno ritorno", e tu te ne stai lì davanti a quell'enorme roccia e ti domandi se tutto sommato i canapai non fossero già di moda). Oppure, Einstein: fu durante il suo periodo bernese che nacque la teoria della relatività. O Hemingway, che dalle parti di Montreaux, mentre si dilettava a scendere su e giù dagli slittini (giuro, pare sia stato addirittura campione locale), iniziò a scrivere l'"Addio alle armi". E ancora, andando un po' più indietro, ci fu Arthur Conan Doyle, recatosi a Davos con la moglie: il quale, dato che non sapeva bene come impiegare le giornate, fece arrivare dalla Norvegia il primo paio di sci mai visto in Svizzera, introducendo così lo sport nel Paese. E, oh, certo, per di più decise di far morire il caro Sherlock proprio tra le vette confederate (il luogo è oggi meta di grandi pellegrinaggi). Insomma, le vette innevate e le temperature frizzantine sembrano davvero stimolare la creatività. O forse, chi lo sa, sarà la compagnia degli amici svizzeri, con tutte le loro stramberie, a farci vedere la vita con occhi diversi? In fondo, un altro "non-svizzero" di Zurigo d.o.c., Ignazio Silone, disse tanto tempo fa "Quello che più mi piace degli svizzeri, a dire la verità, sono i loro difetti. Che il buon Dio glieli conservi!". Se lo diceva lui...

si accettano scommesse su cosa saprò creare io... Mary Shelley creò Frankenstein a Ginevra, io sogno spesso di ambientare un horror nel mio posto di lavoro. Chissà..

sì sì, ammetto: oggi un post un po' scacato.. ma sono in ansia pre-dentista, cosa ci volete fare?


2 commenti:

  1. Ma Princess, è ovvio che i geniiiiii vengano illuminati quando arrivano da noi... è la svizzera bellezza ad aprirgli gli occhi!

    E noi poi approfittiamo dei turisti "polli" che vanno a vedere una panchina davanti a una roccia o quelli più normali che vanno a sciare ;-)

    Cmq prima di iniziare a scrivere l'horror, ricordati che i mostri portano sempre la giacchettina del nonno, ciò che smentirebbe il primo assioma (per altro contestatissimo) del tuo blog.

    Ma prima dovresti riuscire a scrivere un post senza sbagliare a scrivere i nomi dei luoghi svizzerrensis... e questa volta non ti dico quale. New York riesci a scriverlo giusto, e questi no che sono molto più facili?

    E la scusa del dentista non vale... a parte che il post era simpatico e l'operazione semplice, magari l'anestesia svizzera di ispirerà!

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  2. cavolo.. ma sai che allora montreux l'ho sempre pronunciato sbagliato? ho sempre pronunciato 'montrò', per questo mi sbaglio... mi serve un corso sulla topografia svizzera. magari mi insegni qualcosa mentre mi accompagni a fare shopping di scarpe!

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