lunedì 10 maggio 2010

Voglia di radici


C'è un vocabolo, misterioso e oscuro, il cui significato completo rimane assolutamente intangibile a chi non sia fornito fin dalla nascita di passaporto rossocrociato: sto parlando dell'attinenza. Per il vocabolario italiano-base significa relazione, affinità. Per il vocabolario italiano-svizzero, invece, ha qualcosa a che vedere con le radici della propria famiglia paterna. E in pratica si riferisce al Comune d'origine della stirpe (a quante generazioni sia necessario risalire lo ignoro). Che, come idea, ha anche un sapore abbastanza mitico, profuma di alberi genealogici ed altre storie di famiglia con cui trastullarsi all'ora del tè. Il problema è che, qui, non si tratta assolutamente di un'informazione secondaria o accessoria, nel senso che siamo del tutto fuori dal campo delle "semplici curiosità". No no, l'attinenza è richiesta in ogni documento ufficiale. Potete immaginare il mio stupore quando, chiesti in Comune a Mendrisio i documenti da compilare in vista del matrimonio, mi fecero la fatidica domanda:
"Attinente di...?".
Naturalmente, da spocchiosa e orgogliosa madrelingua italiana quale sono, il primo pensiero che mi passò per la mente fu più o meno "Ma perché i ticinesi devono sempre storpiare le reggenze? si dice "attinente a", non "attinente di"". Poi, pensando a cosa ribattere, mi venne in mente che quella domanda non aveva tanto senso. Cioè, cosa cavolo voleva sapere quella lì? Così, armata di coraggio balbettai:
"Scusi?"
"Attinente di...?"
Santa pazienza - mi dicevo - questa non ha ancora capito cosa sto cercando..
"Sì, beh, ecco, come le dicevo sto cercando i documenti attinenti alla procedura matrimoniale.."
"Ho capito. Attinente di...?"
Ecco, giunta a questo punto alquanto beckettiano della conversazione intuii che, in Ticino, "attinente" doveva avere un significato diverso da quello che gli attribuivo io. Anche la signora doveva essersene resa conto, perché, con l'aria di aver capito che si trovava di fronte a un'altra italiana rimbambita, mi spiegò che voleva sapere il paese d'origine della mia famiglia.
A cosa serva esattamente dichiararlo, è qualcosa che non mi è ancora chiaro. Fatto sta che te lo chiedono per ogni pezzetto di carta ufficiale, ed è proprio a quel Comune che, poi, bisogna richiedere il "libretto di famiglia", vale a dire un fogliettino vidimato in cui l'autorità certifica se sei sposato oppure no e, nel caso, quanti figli hai (casomai te lo dimenticassi!). Sembra che, ovunque tu vada, non importi tanto dove hai vissuto fino ad allora, o che cos'hai fatto nella tua vita, ma piuttosto da quale parte della Svizzera è uscito il tuo dna, chi erano i tuoi avi, e insomma quanto lontano sei andato. Come per tracciare una mappatura precisa della tua storia, perché qui ogni minuscolo paese ha la sua importanza, guai a dimenticarsi che fa parte di te.
Beh, comunque vi voglio raccontare anche la fine di quella famosa mattinata in Comune: "Da che Comune viene la tua famiglia?" mi chiese dunque la signora. "Da Dovadola" (ho sparato a caso, ammetto. Io sono nata a Como, mio papà a Dovadola, suo papà a Mandello, il papà di suo papà non lo so... qual è in tutto questo il mio paese d'origine?) "Da dove?" "Da Dovadola, in Italia".
"Ah!" fece quella di rimando "Allora non mi interessa, mettiamo solo Italia".
Perché sì, ogni paesucolo, qui, ha la sua importanza, per quanto piccolo sia. Ma fuori dai confini... c'è solo il resto del mondo.



3 commenti:

  1. Noi alla famiglia ci teniamo ah!

    Comunque penso che in origine l'attinenza servisse per fare la distinzione tra famiglie con lo stesso cognome e che avevano quindi alcuni omonimi visto che la fantasia nel scegliere i nomi (per fortuna il mio cognome mi distingue già abbastanza...) ai tempi non era grandissima. In pratica era un'ulteriore specificazione nel senso di "figlio di"... Comunque potresti fare una ricerca approfondita per vedere se è così veramente...

    Cmq oggi serve solo per le statistiche e rimane sui documenti per abitudine, penso...

    Su su, informati che adesso mi hai fatto incuriosire!

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  2. sai che cerco cerco, ma di preciso non trovo nulla sulla storia dell'attinenza? comunque la tua spiegazione mi pare più che plausibile... occhio che ti assoldo come collaboratore!!!

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  3. O mamma, l'attinenza!
    Con me sfondi una porta aperta...
    :D

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