mercoledì 22 settembre 2010

Regina di cuori

A me le carte sono sempre sembrate oggetti carini. Per dire, ho una zia che le colleziona, e io stessa confesso di aver comprato un paio di mazzi solo perché mi piacevano i disegni. "Ne faccio magari un quadretto" mi dico osservandole con il sorrisino tipico della sindrome d'acquisto compulsivo. Poi, inutile dirlo, una volta arrivata a casa le apro, faccio un solitario e convengo che farne un quadretto sarebbe un'idiozia, e le dimentico in fondo a un cassetto. Fine della storia. Per un uomo, invece, le cose sembrano diverse. L'aspetto estetico non viene nemmeno preso in considerazione. Il sorrisetto ebete invece c'è, ma si manifesta nei confronti del Gioco con la G maiuscola. Sì, il poker. Mi ero sempre chiesta chi diavolo potesse essere lo spettatore medio di un canale dedicato a questo genere di attività (vi è mai capitato di zappare accidentalmente e guardarne qualche minuto? cioè, giocano a poker TUTTO il tempo!). Poi mi sono resa conto che ne avevo in casa uno; per carità, niente di male, eh. Sono stata anche istruita a dovere sulle regole del texas quel che è, perché "è appassionante, vedrai". Inutile dire che non ho capito niente, e che avendo Marie Claire a portata di mano la mia attenzione ha vacillato vistosamente. Vabè. A me mica piace tanto questa faccenda del puntare soldi e tutto il resto, sono ancora memore della lezione di Regalo di Natale (La rivincita di Natale dai, faccio finta di non averlo visto). Però ammetto che, a capirlo, il gioco potrebbe anche avere risvolti interessanti. Poi arriva il giorno in cui senti dire che quel tale amico ogni tanto si trova con altri suoi amici per una partitella, e che chissà, "magari una volta mi unisco anch'io". Alché tu, la stessa che in casa viene soprannominata "la Drammatizzatrice" per la sua attitudine a ipotizzare scenari apocalittici, inizi a visualizzare l'immagine di te, qualche anno più in là, con due bambini piccoli affamati e le pezze sui pantaloni, mentre attendi con ansia tuo marito sperando che non si sia giocato la casa. "Ma guarda che noi mica giociamo a soldi, sei matta? E' solo per divertirci" dice lui. E per tranquillizzarti vi fate una partitina a due (in effetti anche se perdi clamorosamente è divertente!).
Ecco, ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è da considerarsi puramente casuale, mi viene da dire adesso. Anche perché presumo che in realtà questo scenario possa adattarsi alla perfezione a gran parte delle famiglie svizzere. Tanto che, per contenere l'ondata di "pokaholic" dilagante un po' per ogni dove, il governo ha deciso qualche mese fa di classificare il Texas Hold'em (visto? lo so come si scrive!) come gioco d'azzardo, proibendone tutti i tornei. Esclusi, ovviamente, quelli organizzati all'interno dei casinò. Che senso avrebbe, altrimenti, avere 19 case da gioco sottostanti alla vigilanza statale? Un panorama d'oro per gli amanti del gioco d'azzardo, e in effetti - non è certo un mistero - il turismo dei Casinò è per la Confederazione una risorsa non da poco. Mica vorremo però credere che non ci si curi del risvolto poco etico della faccenda, vero? Le case da gioco, in Svizzera, sono tenute a versare una piccola (ma comunque ricca) quota dei propri introiti alle amministrazioni delle regioni che le ospitano, per finanziare attività turistiche, sportive, ricreative e culturali. Tutti contenti allora. Tranne, ovviamente, i dilettanti giocatori di poker, che ora sono in rivolta. "Si continua a giocare dappertutto" rivela una recente inchiesta pubblicata da swissinfo. "Ufficialmente sono tutti tornei freeroll - spiega - ma naturalmente le quote d'iscrizione e le vincite sono ben reali, basta non gridarlo ai quattro venti". Suona familiare... Com'è che diceva, quello là? "Ma sei matta? Mica giochiamo a soldi!". Cosa dite, c'è da preoccuparsi? Tutto sommato devo ricredermi: il canale tv del poker non era poi tanto male...

3 commenti:

  1. Ciao, ben tornata!
    Ho scoperto da poco il tuo blog: divertente e ricco di spunti! (anch'io sto per trasferirmi in CH, ma nella parte teteska)
    Continuero' a seguire con piacere le tue avventure elvetiche :-)
    buona giornata
    E.

    RispondiElimina
  2. eccomi! sono passata per un saluto, per venire a conoscere il tuo blog! mi piace il tuo argomentare friccicarello. d'altronde leggo di te che sei giornalista.
    sul gioco delle carte posso dire poco: lo trovo terribilmente noioso.
    potrei accettare di imparare la canasta o il bridge solo perché mi conferirebbero un'aria più ricercata (o antica?) :-)

    RispondiElimina
  3. Lo so, sono un rompino, ma ti devo richiamare all'ordine... non ho ben capito in che cosa consiste in questo caso lo choc culturale transfrontaliero... i tornei ci sono sicuramente anche in Italia, e i canali che fanno vedere quelle pallose partite tra tipi con la faccia da psicopatico non sono certo sui canali elvetici...

    Cmq forse hai imparato a scrivere Texas Hold'em però giochiamo no... ;-)

    Per quanto concerne l'ometto... tranquilla, lo sai che ha le sue fisse... non da svizzero ma sue sue... per uno o due mesi (max un anno) si ingozza di qualcosa, poi basta... ;-)

    Però non vale fare tre post di fila che poi rimango indietro e devo correre per recuperare!!! Uffiiiiiiii

    RispondiElimina